CHIESA DR. ALBERTO

Psicoterapia e visite psichiatriche a Bologna

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Cos'è la psicoterapia? 

La psicoterapia è un percorso psicologico individuale, o di gruppo, volto ad aiutare la persona ad affrontare e risolvere, con l’aiuto di un esperto, le problematiche personali o interpersonali che l’affliggono. Generalmente gli incontri di un percorso psicoterapeutico hanno cadenza settimanale. Innanzitutto viene identificato insieme al terapeuta, lo specifico problema o problemi che la persona desidera affrontare. Una volta terminata questa fase iniziale, chiamata di assessment, i problemi identificati vengono affrontati uno per volta con l’obiettivo di trovarvi delle soluzioni con l’aiuto di specifici interventi psicologici attuati dal terapeuta con lo scopo di aiutare la persona a riconoscere e comprendere le caratteristiche profonde, e non sempre evidenti, del proprio funzionamento mentale. Infatti, una volta presa consapevolezza di questi meccanismi, spesso è necessario lavorare principalmente su tali parti per risolvere una larga parte delle proprie problematiche personali e interpersonali. 

Cos'è la psicoterapia cognitiva?

Il terapeuta di stampo cognitivo, conduce degli interventi psico-educativi volti a incrementare la consapevolezza dei meccanismi comuni della mente umana e della persona e insegna al paziente le strategie per incrementare e potenziare le proprie risorse al fine di poter gestire e risolvere meglio i problemi portati all’inizio del trattamento.
  • Le psicoterapie sono tutte uguali?

    Sebbene possa stupire, non tutte le psicoterapie sono uguali, per questo, prima di iniziare un percorso terapeutico, è importante chiedere allo psicoterapeuta quale indirizzo (o orientamento) psicoterapeutico segue, e in cosa consiste. Data la complessità e vastità dell’argomento, ci è impossibile descrivere tutti i diversi orientamenti psicoterapeutici in questa sede. Di conseguenza verrà condotta una breve spiegazione dell’approccio cognitivo, ovvero quello principalmente utilizzato dal dott. Chiesa. La principale specificità di tale approccio è quella di essere basato su accurati studi scientifici condotti al fine di identificare gli interventi psicologici più efficaci per aiutare le persone a risolvere i propri problemi. Questi interventi sono stati sviluppati a partire dall’interpretazione che il modello cognitivo dà del funzionamento della mente. Contrariamente a quanto si crede generalmente, questo modello ha radici molto antiche che risalgono addirittura agli studi condotti dal filosofo Epitteto nel II secolo A.C. Nei pochi scritti rimasi intatti, questo filosofo ipotizza che non sono gli eventi in sé a farci star male, ma piuttosto il nostro modo di interpretarli e viverli che ci porta alla sofferenza. Nei secoli, questo filone di pensiero ha trovato diversi sostenitori come Bertrand Russel, Kant e altri filosofi che hanno più volte sottolineato come la nostra mente sia uno strumento attivo che elabora le informazioni a partire dalle proprie esperienze e conoscenze personali; di conseguenza a parità di stimoli provenienti dall’esterno ognuno di noi può reagire in maniera molto differente.

    Per esempio Marco e Daniele stanno tornando a casa dopo essere andati al cinema per vedere un film. Marco è uscito dalla sala tutto entusiasta e mentre sta commentando positivamente le scene Daniele lo guarda e dice: “Ho buttato via 2 ore della mia vita!!”. Questo è possibile poiché, sebbene il film sia lo stesso, nei due amici ha risuonato in maniera diversa, attivando ricordi ed emozioni differenti. Questo è un esempio di come uno stimolo uguale possa dare origine a interpretazioni diametralmente differenti.

  • Può esserti di aiuto la psicoterapia?

    Se avverti un qualunque problema di tipo psicologico (incluse il disagio psicologico legato al dover affrontare problematiche di salute, lavoro o relazionali), molto probabilmente LA RISPOSTA E’ SI!

    Negli ultimi decenni diverse forme di percorso psicoterapeutico, in particolar modo quelle a orientamento cognitivo, hanno ricevuto un crescente supporto da parte degli studi scientifici che hanno mostrato come tali approcci possono favorire la risoluzione di numerose problematiche psicologiche che includono, non essendo tuttavia limitate a queste, i disturbi d’ansia, i disturbi dell’umore, i disturbi psicosomatici (quei disturbi spesso correlati all’ansia o allo stress che si manifestano però prevalentemente con sintomi fisici), i disturbi di personalità e numerosi ulteriori disturbi correlati allo stress. Solo tramite un colloquio individuale è tuttavia possibile avere la certezza che la psicoterapia sia indicata al suo caso specifico e definire un progetto di trattamento individualizzato.

  • Disturbi d'ansia

    I disturbi d’ansia, che includono il disturbo d’attacchi di panico, il disturbo d’ansia generalizzato, la fobia sociale, il disturbo ossessivo compulsivo, le fobie specifiche, il disturbo post traumatico da stress e altre forme di ansia meno definite, sono disturbi la cui manifestazione prevalente è un intensa sensazione di apprensione, tensione o paura, con andamento oscillante o continuo, che si può associare a sintomi quali tachicardia, palpitazioni, tensione muscolare, difficoltà a rilassarsi, insonnia, disturbi della sfera sessuale, rimuginio, disturbi gastrointestinali, sensazioni di sbandamento, sudorazione, deficit di concentrazione e di memoria, e altri ancori. Sebbene un certo grado di ansietà possa essere presente in tutte le persone e in certi casi possa anche essere auspicabile (come ad esempio quando comprendiamo di doverci preparare per un esame molto importante per cui sappiamo di non esserci ancora preparati a sufficienza), esiste una forma di ”ansia patologica” che è caratterizzata da un eccesso dei sintomi sopra riportati e che può riguardare sia la facilità con cui tali sintomi si attivano che la loro durata e/o loro intensità. Poiché, una volta che tali sintomi si sono instaurati in maniera più o meno continuativa è molto improbabile che tendano a scomparire spontaneamente, il percorso psicoterapeutico favorisce una più veloce comprensione, gestione e infine risoluzione di tali disturbi.

  • Disturbi dell'umore

    A tutte le persone può capitare si sentirsi giù di tanto in tanto. Alcune volte questo avviene in relazione a una problematica personale o interpersonale, altre volte per problemi lavorativi o per un lutto, altre volte ancora avviene senza che riusciamo davvero a identificarne una causa precisa. Nel momento in cui questo abbassamento del tono dell’umore si manifesta raramente, ha una durata di poche ore o giorni o si verifica in seguito a un evento particolarmente problematico, tutto questo può essere considerato come una normale parte dell’esperienza umana e generalmente non richiede alcun trattamento. Tuttavia vi sono casi in cui l’abbattimento del tono dell’umore, spesso accompagnato da una perdita di interesse per ciò che precedentemente ci dava piacere, alterazioni del sonno o dell’appetito, eccessivi sensi di colpa, difficoltà della memoria e di concentrazione, difficoltà a pianificare, senso di fallimento, sentimenti di impotenza e talvolta una sensazione che la vita non valga la pena di essere vissuta, tende a durare diversi giorni o settimane e ad associarsi a una riduzione significativa della qualità della vita e/o al funzionamento sociale e lavorativo. In questi casi è improbabile che tali sintomi tendano a scomparire da soli. Inoltre, anche nel caso in cui scompaiano, l’averli sperimentati per un periodo più o meno continuativo lascia la persona che ne ha sofferto a maggior rischio di ricadute future. Un percorso psicoterapeutico mirato è spesso l’approccio migliore nel ridurre la sintomatologia acuta e nel prevenire le ricadute future.

  • Disturbi psicosomatici

    Sotto il termine comune di “disturbi psicosomatici” si raccoglie in realtà una vasta gamma di disturbi che, pur essendo fortemente influenzati da un disagio psicologico, spesso non pienamente riconosciuto, si manifestano prevalentemente attraverso sintomi corporei. Anche in presenza di malattie fisiche riconosciute, inoltre, vi è la possibilità che i sintomi siano eccessivi rispetto a quelli che ci si aspetterebbe per la sola condizione medica sottostante. I disturbi psicosomatici includono, tra gli altri l’ipocondria (caratterizzata principalmente da una costante preoccupazione per la possibilità di avere una o più gravi malattie fisiche), il disturbo da somatizzazione e il disturbo algico (caratterizzati prevalentemente da un serie di sintomi fisici in assenza di una condizione medica sottostante), la dismorfofobia (caratterizzata dalla forte preoccupazione di avere delle anomalie nella forma di specifiche parti del corpo) e altri ancora come la fibromialgia e la sindrome da affaticamento cronico. Questo tipo di disturbi tende frequentemente a cronicizzarsi e a ridurre in maniera significativa la qualità della vita delle persone affette, nonché il loro funzionamento sociale e/o lavorativo. Anche in questo caso, la psicoterapia rappresenta un trattamento d’elezione per tale tipo di disturbi nella misura in cui, riconosciuta e gestita la sottostante componente psicologica, si osservano frequentemente consistenti miglioramenti nella sintomatologia fisica riportata, giungendo in una buona parte dei casi a una completa remissione del disturbo.

  • Distrurbo post-traumatico da stress e altre forme di disagio correlato ai traumi

    Il disturbo post-traumatico da stress (DPTS) è l'insieme delle forti sofferenze psicologiche che conseguono a un evento traumatico, catastrofico o violento. La diagnosi di DPTS necessita che i sintomi siano sempre conseguenza di un evento critico, anche se a oggi è noto che molti dei disagi che una persona può sperimentare possono essere dovuti a molteplici microtraumi ripetuti (ad es. frequente aggressività fisica e verbale in casa durante l'infanzia) piuttosto che a un singolo evento traumatico catastrofico. I principali sintomi del DPTS includono pensieri intrusivi relativi al trauma, stati transitori di stordimento e confusione, incubi, iperattivazione fisica ed evitamento di luoghi o situazioni correlate al trauma che possono talvolta accompagnarsi ad aggressività e abuso di alcol o sostanze. L’EMDR è un metodo psicoterapico strutturato che facilita il trattamento di diverse psicopatologie e problemi legati sia a eventi traumatici maggiori che a esperienze "traumatiche" più comuni ma emotivamente stressanti. E’ un approccio psicoterapico interattivo e standardizzato, scientificamente comprovato da più di 20 studi randomizzati controllati condotti su pazienti traumatizzati e documentato in centinaia di pubblicazioni che ne riportano l’efficacia nel trattamento di numerose psicopatologie inclusi la depressione, l’ansia, le fobie, il lutto acuto, i sintomi somatici e le dipendenze. La terapia EMDR ha come base teorica il modello AIP (Adaptive Information Processing) che affronta i ricordi non elaborati che possono dare origine a molte disfunzioni. Numerosi studi neurofisiologici hanno documentato i rapidi effetti post-trattamento EMDR.

  • Disturbi correlati allo stress e altre forme di disagio psicologico

    Oltre ai disturbi sopramenzionati esistono numerose altre forme di disagio psicologico. Tra queste vi sono problematiche fortemente influenzate dallo stress, problemi connessi al passaggio di diverse fasi del ciclo della vita, problematiche di adattamento a nuove condizioni di vita, difficoltà ad adattare in maniera flessibile il proprio comportamento e stile di pensiero alle molteplici condizioni del contesto sociale in cui viviamo o altre difficoltà ancora. In questi casi un percorso psicoterapeutico può favorire una più chiara identificazione dello specifico problema o problemi sottostanti, una gerarchia tra i diversi problemi, una maggiore comprensione delle problematiche psicologiche che mantengono il disturbo, lo sviluppo di strategie per superarle e lo sviluppo delle risorse che l’individuo necessita per fronteggiare al meglio lo specifico disturbo e raggiungere un maggiore equilibrio psicofisico.

  • Trattamento farmacologico

    Il trattamento farmacologico per i disturbi psicologici si basa su diversi gruppi di farmaci, i più comuni dei quali includono gli antidepressivi, gli stabilizzatori del tono dell’umore e gli ansiolitici/ipnotici, prescritti dopo visite psichatriche. L’utilizzo dell’approccio farmacologico è generalmente indicato in tre casi: 1) la persona richiede esplicitamente di essere trattata con i farmaci; 2) la persona vorrebbe iniziare un percorso psicoterapeutico individuale ma diversi fattori rendono difficile o impossibile mantenere una continuità su base settimanale del percorso psicoterapeutico; 3) pur in presenza di miglioramento dei sintomi, il solo trattamento psicoterapeutico non sembra sufficiente a condurre alla remissione di malattia. In tutti questi casi, il trattamento farmacologico può rappresentare un valido sostituto alla psicoterapia nella riduzione della sintomatologia acuta, come mostrato dal fatto che una significativa riduzione dei sintomi riportati si manifesta entro due mesi dall’inizio del trattamento in oltre i due terzi delle persone trattate. Tuttavia è utile ricordare che la psicoterapia si è dimostrata il miglior trattamento nella prevenzione della ricadute nel lungo termine e può validamente essere affiancata al supporto farmacologico in un momento successivo del trattamento.

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